Quando ha compiuto dieci anni suo padre gli ha fatto tre giorni di scuola per insegnargli come fare la barba. Poi lo ha messo su uno sgabello e lo ha fatto occupare di tutti i clienti più anziani. Quelli con la pelle avvizzita e svuotata del volto.
Quelli più difficili da sbarbare con il rasoio a lama lunga che si usava allora. Lama che avrebbe lasciato un segno indelebile in caso di errore . Davvero una bella gavetta per Pierino, figlio di barbiere, nipote di barbiere. Mani sicure, col mestiere di famiglia nelle mani ferme e negli occhi buoni.
Ma il ragazzino non ha temuto di sbagliare. Ha ascoltato le istruzioni sicure del padre che vedeva all’opera da quando era piccino, scorrazzando tra le sedie della barberia.
Dopo pochi giorni era diventato così bravo che anche suo fratello grande volle farsi radere da lui.
Gli furono affidati allora anche gli altri clienti, sempre più soddisfatti .
A 19 anni, nel ’50, Pierino parte per Milano per andare a perfezionare il mestiere.
Milano è già la città della moda. Stanno per arrivare i famosi tagli di Vergottini. Le donne vogliono avere belle teste e Pierino pensa che potrebbe accontentare anche un pubblico femminile al suo paese. Dopo questa specializzazione torna a casa, ma a Petacciato in quegli anni non si accettava un parrucchiere per signora. Altri tempi.
Pierino si sposa con la sua Ada e apre una barberia per conto suo. Per la precisione una camera di casa dove ha sistemato un mobile da pettinessa sottratto alla moglie. Ben presto lo spazio è stretto. I clienti sono sempre di più e sempre più esigenti. Adesso vogliono anche il tonico sul viso dopo la rasatura. Pierino si attrezza. Ha messo da parte un gruzzoletto e investe sulla propria attività. Va a Pescara e acquista un moderno arredamento con comode poltrone. Negli anni ’70 il primo vero salone da barba fa il suo ingresso a #Petacciato.
C’è anche un cavallino di legno che tira fuori caramelle dalla bocca. Serve per tenere i bimbi tranquilli durante il taglio.
Novità tanto apprezzata che vengono dai paesi vicini a far tagliare i capelli ai bambini. Pierino lavora dalle cinque del mattino fino a mezzanotte.
Il lavoro e la sua famiglia gli riempiono la vita. Non ha tempo per il bar e nella sua testa sempre le parole di suo padre: un barbiere non frequenta il bar; gli servono mani ferme e precise.
Ma tanti non possono permettersi di pagare. Pierino barba e capelli li fa lo stesso, anche a chi non ha soldi. La moglie ogni tanto protesta, ma lui risponde “Lasciami fare che Gesù Cristo mi aiuta”.
Si reca regolarmente in ospedale a prestare il suo servizio agli ammalati. Per precisa indicazione e insegnamento di suo padre, senza farsi dare una lira.
Qualcuno lo ricompensa con qualche uovo e delle verdure. Pierino è sempre contento. Lavora e sorride.
Anche oggi che è in pensione, a 86 anni, continua a lavorare gratis, per tutti quelli che glie lo chiedono.
Grazie Pierino, lunga vita e tanta salute!
a cura di Maria Antonietta Labrozzi
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